La fame nervosa è un problema che può capitare a tutti, è molto diffuso, più di quanto si creda.
“Fame nervosa” è il termine di uso comune che indica il comportamento alimentare chiamato “Emotional Eating”: la tendenza ad utilizzare il cibo per fronteggiare eventi stressanti ed emozioni negative.
In altre parole, in preda alla fame nervosa, il “mangiare” sembra l’unico modo per sconfiggere la tristezza, la rabbia, lo stress, l’irrequietezza, l’agitazione, l’ansia.
Rifugiarsi nel cibo per consolarsi di qualcosa che non è andato come si desiderava è un atteggiamento più comune di quanto pensi, è un impulso che parte dalla testa e non dallo stomaco.
La fame nervosa porta a mangiare in modo automatico, compulsivo, voracemente, rapidamente, senza minimamente gustare il sapore di ciò che sta assumendo. Gli alimenti vengono scelti a caso, non si opera neanche una scelta fra cibi salati o cibi dolci (anche se in genere questi ultimi hanno la preferenza); i cibi che “consolano” sono quasi sempre poco salutari e molto calorici.
La voglia di assumere cibo può comparire in qualsiasi momento, ma generalmente le ore nelle quali si registrano gli episodi di fame nervosa sono quelle della sera o addirittura quelle della notte.
E’ importante riconoscere la fame nervosa e contrastarla in quanto:
- porta ad un aumento di peso, che la maggior parte delle persone vivono come un disagio
- non permette di seguire in modo sereno, costante ed efficace il piano alimentare, al di là dei buoni propositi con cui avete deciso di iniziare la dieta. Così si abbandona la dieta: questo è un grande problema soprattutto quando il percorso alimentare deve essere portato a termine per motivi di salute e non solo estetici!
In questi casi per riuscire a seguire il percorso nutrizionale è necessario essere affiancati e supportati da un sostegno psicologico che aiuti a gestire le emozioni negative, in modo da non riversarle sul cibo.
Per tutti questi motivi, in collaborazione con la psicologa, ho ideato il progetto “Diamo peso alle emozioni”.